La gita è stata una iniziativa dell'Associazione fotografica WelovePh, della quale faccio parte.
A seguire qualche foto fatta presso una cava nella Valle di Arnetola (Comune di Vagli), dove alcuni addetti ci hanno accompagnato a visitare i luoghi di lavoro permettendoci di assistente alle varie fasi di taglio del marmo (varietà Calacatta).
La gita è stata una iniziativa dell'Associazione fotografica WelovePh, della quale faccio parte.
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Di seguito alcune foto fatte quest'oggi nel neonato Comune di Fabbriche di Vergemoli (unione di Fabbriche di Vallico e di Vergemoli).
Prima, sosta nella ridente Fornovolasco, un paesino molto ben curato in cui si incontrano due torrenti dalle acque cristalline che nascono alle pendici dei Monti Forato e Pania. Il paese fu completamente distrutto nel tragico alluvione del giugno 1996, ma oggi si presenta completamente ripristinato e veramente ben curato. Si segnala la qualità dell'acqua dei due torrenti, veramente vitrea!!! A seguire passaggio per Fabbriche di Vallico, soffermandosi sullo storico ponte a schiena d'asino e su un altro ponte simile posto più a valle poco prima del lago artificiale di Turritecava. Aggiunto un racconto della bella/pessima avventura in Pania (bella per i luoghi magnifici, pessima per la tragedia a cui ho assistito).
Si tratta di un luogo che da sempre attrae migliaia di visitatori e che giustamente ha assunto la nomea di Regina delle Apuane. Di seguito il link: http://photomatteobini.weebly.com/alba-in-pania-della-croce.html Oggi bellissima e faticosa salita verso il Monte Altissimo insieme ai miei amici di avventura Giacomo e Riccardo..
Partenza dal ristorante Le Gobbie ore 9:00 e arrivo in vetta alle 10:50; rientro alla base alle 14:30. Fino al Passo degli Uncini la salita è stata dura ma facile e sempre all'ombra di una bella faggeta, mentre l'ultimo tratto, che prima corre in cresta e poi aggira il massiccio del Monte Altissimo, ha destato una certa perplessità data dalla fortissima esposizione e dalla elevata acclività che ha reso necessario camminare molto adagio e spesso a quattro mani (un passo falso avrebbe significato un ruzzolamento a valle per oltre 300 m senza possibilità di arresto data la totale assenza di alberi). Alla fine, passata la paura iniziale, i timori sono svaniti e siamo finalmente riusciti a conquistare la vetta dove ci siamo gustati un meritato pranzo a base di panini e frutta. Il rientro, passando dalla Cava del Fondone è stato lungo e sotto un sole molto intenso, ma niente di particolarmente difficile. A fine giornata resta, come sempre, il senso di pace che ci ha accompagnato e quel desiderio sempre più forte di staccarsi dalla vita frenetica e dai ritmi incalzanti che scandiscono le nostre monotone vite. Ieri, vista la perfetta giornata e dopo la preparazione di un pranzo al sacco, mi sono incamminato per un tour fotografico in solitaria nell'alta Garfagnana. Non avevo un itinerario preciso per cui mi sono lasciato guidare dall'istinto che, come immaginavo, ha saputo guidarmi in posti meravigliosi. Risalendo la fondovalle, all'altezza di Gallicano, l'occhio mi è stato letteralmente rapito dalla maestosa visione della Pania Secca, altissima ed innevata, quindi ho deciso di provare ad osservarla più da vicino: è così che ho preso la strada per Molazzana, dalla quale si aprono bellissimi scorci verso le pendici Nord del gruppo delle Panie. Superata Molazzana, però, un bivio con l'indicazione "Sassi" mi ha fatto cambiare itinerario: Sassi è una località di cui avevo già visto qualche foto molto suggestiva e che si caratterizza per una antica Rocca, di cui rimane oggi solamente l'impronta originaria, e che è essenzialmente sede di una chiesa (di San Frediano), di un panoramico cimitero e di qualche antichissima abitazione perfettamente inserita nel contesto apuano. Di seguito alcune notizie storiche di questo bellissimo borgo (tratte da www.contadolucchese.it) Il borgo di Sassi sorse in epoca remota, a ridosso di uno strapiombo roccioso, che con un salto di circa 470 metri si tuffa nella Torrite Secca, tipico torrente delle Alpi Apuane.Le prime notizie documentate del borgo risalgono all’849, in occasione di un’esecuzione testamentaria riguardante una proprietà posta in località “Saxi finibus Castrinovo”, successivamente Sassi viene citato anche in un documento del 952, insieme alle località “Elio” Eglio e “Grancilla” Grancia (paese oggi scomparso, ridotto ad un casolare). Nel 1105 Sassi “Saxi”appare all’interno di un “placito”, redatto dalla Contessa Matilde di Canossa durante la sua visita alla Pieve di “Villa Foxana” Pieve Fosciana, a favore della Badia di Pozzeveri e successivamente nel 1168 all’interno di un placito emesso da Papa Alessandro II da Benevento al pievano di “Villa Foxana” (Pieve Fosciana), viene citata anche la sua chiesa intitolata a S.Frediano. Sassi come gli altri castelli vicini nel XIII secolo finì inesorabilmente sotto il dominio lucchese, i suoi signori furono costretti da Federico II a cedere la rocca alla città lucchese, dopo che quest’ultima aveva ricevuto dallo stesso Imperatore, l’Investitura Imperiale sulla Garfagnana, dopo una prima appartenenza nel 1272 alla Vicaria di Barga (lucchese) e nel 1313 alla Vicaria di Camporgiano, alla morte di Castruccio Castracane quando Firenze e Pisa si spartirono Lucca e le sue terre, venne inserita nella Vicaria di Gallicano (pisana) e quando Carlo IV di Boemia liberò Lucca dal giogo pisano, Sassi ritornò lucchese, restandoci fino alla sua richiesta di protezione a Niccolò d’Este Marchese di Ferrara (1430).Il 28 luglio 1524 il Governatore estense della Garfagnana, Ludovico Ariostò illustre poeta dell’epoca, si recò in visita alla rocca di Sassi per valutarne lo stato di conservazione, nell’estremo tentativo di dissuadere il Duca Ercole II, intenzionato a chiuderla per una questione di bilancio (in estate la visita viene rievocata con una Festa Medievale).Gli estensi amministrarono il borgo fino all’Unità d’Italia, eccetto la parentesi napoleonica e nelle lunghe guerre scoppiate in Garfagnana fra lucchesi ed estensi, il paese venne risparmiato grazie alla sua posizione isolata, distante da Molazzana e dal valico di Monteperpoli, cosa che non avvenne in tempi moderni, quando nell’ultima guerra, Sassi trovandosi lungo la Linea Gotica subì numerosi bombardamenti. La Rocca di Sassi Nella parte in alto del colle in prossimità del dirupo, venne costruita probabilmente in epoca tardo-romana, una rocca con al suo interno l’antica chiesa di S.Frediano di Sassi, questa prima fortificazione fu distrutta intorno alla seconda metà del XIV secolo, dai lucchesi impegnati in Garfagnana, a sedare la rivolta istigata dai figli di Castruccio Castracani, desiderosi di riprendersi la città dopo la morte del padre, appena soffocata la ribellione i lucchesi la ricostruirono immediatamente e nel 1393 la rocca verrà concessa in feudo ai nobili di Dalli dal Vescovo di Lucca. Quando la rocca passò sotto la giurisdizione degli estensi, i ferraresi ritenendola in quel momento uno dei punti strategici per la difesa della loro “Provincia di Garfagnana” provvidero a rafforzarla e a riarmarla, ma l’elevato costo di mantenimento delle molte fortezze della Garfagnana, nel 1537 spinse il Duca Ercole II ad affidare la rocca di Sassi a una famiglia del paese e questa smilitarizzazione segnò l’inizio della sua rovina, nel 1600 risulterà già semi-distrutta, oggi oltre all'antica torre di segnalazione è visibile solo il lato di ponente della rocca, nella parte più in alto della rocca, se si è muniti di cannocchiale è possibile vedere i più famosi castelli della valle del Serchio. Queste invece alcune foto che ho scattato (andate oltre per Passo delle Radici e Pieve Fosciana). Il tour fotografico è proseguito scendendo verso Castelnuovo Garfagnana e risalendo verso il Passo delle Radici. Lungo la strada, all'altezza del "curvone con l'antenna", c'è stata occasione per immortalare un altro bellissimo scorcio su un altrettanto bellissimo borgo, anch'esso perfettamente inserito nel contesto del paesaggio. Il viaggio è quindi proseguito verso il Passo delle Radici, dove il clima è totalmente cambiato fino ad avere nuvoloni minacciosi, un forte vento e fiocchi di neve (la temperatura era di -1 °C, contro i 14 °C di Rocca di Sassi). Lasciatomi alle spalle il gelido scenario di San Pellegrino in Alpe, lungo la ripida discesa per Pieve Fosciana, la temperatura ha ripreso a salire fino ai circa 12 °C. Lungo la strada, prima di giungere la laghetto termale di Prà di Lama a Pieve Fosciana ed al lago di Pontecosi, c'è stata occasione per altri scorci innevati di stampo tipicamente appenninico (rilievi boscati, più blandi, talvolta terrazzati) e per immortalare un altro borgo molto suggestivo, Sillico.
Oggi abbiamo abbandonato Lucca per andarsi a godere una bella domenica nevosa sulle Alpi Apuane: la meta sono stati il due laghi di Isola Santa e di Vagli.
L'abbondante neve caduta nei giorni scorsi è ancora per presente con spessori localmente fino a 50 cm, rendendo l'atmosfera generale davvero molto suggestiva. Arrivati a Castelnuovo Garfagnana abbiamo preso la strada per Arni per poi, dopo una ventina di minuti, giungere nella frazione di Isola Santa, un bellissimo e antico borgo in pietra che, dopo la costruzione della vicina diga, è venuto a situarsi su una sorta di piccola penisola allungata all'intero del lago artificiale, lago che in questi giorni, complice anche l'ambientazione nevosa, sembra essere di un verde smeraldo meraviglioso. A dominare il piccolo borgo è senza dubbio il campanile e la chiesetta, quest'ultima in fase di ristrutturazione e quindi completamente avvolta da una rete di antiestetici tubi innocenti. Il borgo è per almeno due terzi disabitato ed infatti nella passeggiata di stamani si è notata presenza umana solamente in un paio di casette ed in quello che sembra essere un bar/ristoro; per il resto le viuzze sono tutte abbandonate e ricoperte da un manto di quasi 50 cm di neve freschissima in cui si sfondava fino alle ginocchia. Venuti via, ci siamo diretti verso Careggine passando dalla frazione di Capanne di Careggine, dove ci siamo fermati a degustare dei tipici piatti garfagnini nel panoramico ristorante Ceragetta (lo consiglio caldamente per l'ottimo rapporto qualità prezzo!!!). Poco dopo il ristorante, la strada "si apre" sul fondovalle e, sopratutto, sui bellissimi Pizzo delle Sette, Foce di Mosceta, Monte Corchia e Monte Freddone: la neve ed il bosco denudato davano una sensazione di imponenza a queste montagne che ti facevano sentire piccolo piccolo. Guardando verso la fondovalle si notava inoltre la minuscola frazione di Pizzorno, che sembra essere veramente un'isoletta di civiltà in un mare di bosco e pietra. La giornata si è conclusa sulla diga di Vagli dove, mirando il bellissimo lago, anch'esso di un verde smeraldo, non si può fare a meno di pensare al piccolo borgo sommerso di Fabbriche di Careggine. A seguire alcune foto fatte durante la giornata. Dopo due giornate soleggiate in cui dall'ufficio scorgevo delle meravigliose luci sulle Apuane meridionali, ho deciso di smettere di guardare e di andare direttamente sul posto. I colori bellissimi, enfatizzati dalla neve caduta nei giorni precedenti, meritavano di essere immortalati. Inoltre adoro sia la montagna che la neve, per cui c'erano tutti i presupposti per andare a fare foto sulla neve in uno dei più belli scenari che possono offrire le Apuane: l'anfiteatro naturale dell'Alto Matanna e la vicina Foce del Pallone. Lasciata la macchina all'albergo, ad una temperatura di 2°C, ci siamo incamminati nel bianco silenzio verso il laghetto, ghiacciato, per poi allungarsi fino alla Foce del Pallone, da cui si godeva un'ottima vista che spaziava dalla Versilia, ai monti Prana e Piglione e fino all'intero Appenino Tosco-Emiliano. Accompagnatore in questa breve escursione è stato Alessandro Galli (che compare in due foto), titolare del sito meteo www.atmosferatoscana.com. Il freddo molto intenso ed il vento sul crinale hanno reso molto frettolosa sia la scelta degli scatti che delle composizioni in quanto le mani nude erano veramente a dura prova!!! Una volta iniziata la sequenza degli scatti, comunque, complice anche una mutazione dei colori verso tonalità più calde e quindi decisamente affascinanti, ci siamo momentaneamente distratti dal freddo e qualche foto degna di essere pubblicata è saltata fuori. La presenza di neve, e quindi di luci molto chiare, ha permesso di rimanere su valori ISO di 50 e di avere tempi di scatto molto bassi (da 1/160 a 1/500). In post-produzione, gli interventi sono consistiti in una accentuazione della temperatura di colore ed in un lievissimo incremento di saturazione, oltre che nella clonazione di una antiestetica recinzione in metallo attorno al laghetto ghiacciato. |
Photomatteobini
Il mondo visto con i miei occhi Date
January 2024
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